Il concetto di ingegneria nell’ antincendio
A partire dall’emanazione delle direttive 89/106/CEE è iniziato ad affermarsi, anche in Europa, il concetto di “approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio” come metodo alternativo all’approccio tradizionale centrato sul rispetto di regole tecniche che stabiliscono a priori criteri e applicazione delle misure da adottarsi.
I metodi prestazionali sono definiti come l’applicazione di principi ingegneristici, di regole e di giudizi basati sulla valutazione scientifica del fenomeno, del comportamento e degli effetti di un incendio, nonché del comportamento umano.
Il risultato è una valutazione analitica delle misure di protezione ottimali finalizzate a limitare entro
livelli prestabiliti le conseguenze di un incendio.
Il 09 Maggio 2007 il Ministero degli Interni ha emanato le direttive per l’attivazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio stabilendo criteri, parametri e procedure da adottarsi per le valutazioni del rischio incendio oltre le modalità per l’esposizione dei risultati.
E’ opportuno rammentare che la progettazione antincendio nel ns. paese viene effettuata secondo regole tecniche di settore o in assenza di queste secondo quanto stabilito del decreto 04 Maggio 1998 che consente l’individuazione di misure atte a garantire il perseguimento degli obbiettivi di
sicurezza per mezzo di misure compensative.
In maniera sintetica si può affermare che in mancanza di regole tecniche la progettazione deve essere basata sulla individuazione dei pericoli connessi con le sostanze combustibili e le fonti d’innesco presenti e dall’analisi dell’influenza dei fattori ambientali sull’eventuale sviluppo di un incendio.
La progettazione secondo le regole tecniche di settore è sicuramente più rigida e certa,la progettazione basata sul sistema valutativo lascia maggiore libertà di scelta, necessita comunque di una adeguata professionalità richiedendo “giudizi esperti” quindi una valutazione qualitativa del rischio.
Negli ultimi anni nel mondo si è sempre più divulgato l’approccio ingegneristico antincendio soprattutto per la protezione di particolari siti d’interesse architettonico o costruttivo, le statistiche dimostrano il trend anche in Italia dove sono ormai molti i progetti sottoposti all’approvazione dei Vigili del Fuoco basati su tale filosofia. Per consentire la corretta applicazione e uniformità della metodologia sono state emanate direttive indirizzate sia ai liberi professionisti sia agli stessi tecnici dei Vigili del Fuoco delegati al controllo.
Proprio per evitare equivoci il decreto 09 Maggio 2007 ha codificato con precisione gli ambiti ed i limiti d’impiego, stabilendo che tale metodologia può essere unicamente utilizzata per individuare delle misure di sicurezza idonee atte a compensare il rischio aggiuntivo nell’ambito del procedimento di deroga e nelle attività soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi non disciplinate da specifiche regole tecniche. Il campo di applicazione è inoltre limitato alle attività di tipo complesso o a tecnologia avanzata, agli edifici rilevanti per caratteristiche architettoniche, costruttive o urbanistiche, inclusi quelli pregevoli per arte o storia.
Ciò sta a significare che la tecnologia trova la sua applicazione prevalentemente e non in modo esclusivo nella progettazione di attività specifiche sotto il profilo antincendio.
Questo deve significare, come anche chiarito dalla lettera circolare del 17 luglio 2007, che i limiti di applicazione non vanno intesi nel senso limitativo ma come indirizzo, per l’utilizzo di uno strumento prestazionale sofisticato e raffinato ma anche complesso e costoso, per la progettazione di quelle attività importanti e rilevanti che valorizzano e giustificano l’applicazione della tecnologia.
Altro fattore rilevante è che l’adozione di tale metodologia comprende l’obbligo aggiuntivo di elaborare un documento contenente il programma per l’attuazione del sistema gestionale della sicurezza antincendio, denominato SGSA.
L’elaborazione del SGSA è uno degli adempimenti innovativi, rispetto agli obblighi gestionali stabiliti dal DPR 37/98, la cui importanza è sottolineata dalla verifica periodica del sistema gestionale della sicurezza antincendio demandata ai vigili del fuoco che appurato il non rispetto degli impegni assunti procede alla sospensione della validità del CPI. La motivazione di una disposizione così drastica, desumibile dal punto 5 dell’allegato al decreto, trova la sua logica nella metodologia applicata basata sull’applicazione di misure di protezione individuate dalla
valutazione di scenari d’incendio, necessita del mantenimento dei parametri posti alla base della scelta.
Concludendo si può sicuramente affermare che l’approccio ingegneristico antincendio rappresenta una moderno e tecnologico metodo di studio e applicazione delle misure di prevenzione incendi dando modo di affrontare e offrire adeguate soluzioni per tutte quelle situazioni non direttamente normate o che necessitano misure compensative e/o alternative nei casi di non reale applicabilità di
quanto previsto da norme specifiche.
Certamente lo studio e l’applicazione di soluzioni ingegneristiche richiede l’operato di tecnici qualificati e preparati dotati degli strumenti tecnologici necessari e che tale qualificazione investe anche i tecnici dei vigili del Fuoco demandati all’approvazione ed al controllo.
A tale proposito va apprezzato lo sforzo in atto del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che sta impegnando risorse sia per i corsi di formazione sia stabilendo contatti con il mondo professionale che con il mondo accademico nazionale ed internazionale.
Chi palesemente contrario a quanto stabilisce il decreto, intravede il pericolo che l’utilizzo della metodologia venga applicata per eludere o semplificare misure di protezione altrimenti necessarie.
La competenza e la formazione di chi delegato all’approvazione dovrebbe evitare ogni tentativo fatta salva l’integrità morale e professionale dei soggetti coinvolti.
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